Cronache
del dicembre 1978
Nel 1978 sono improvvisamente
ricomparsi su mezza
Italia gli UFO: si sono contate a decine le
segnalazioni provenienti dalla Sicilia, dalla
Puglia, dalla Campania e
dalle Marche e a centinaia le persone che, complessivamente, sono
state
testimoni del clamoroso flap (ondata di avvistamenti); fra di
esse, si sottolinea che le stesse forze dell'ordine, carabinieri e
polizia, oltre ad avere visto gli oggetti
non identificati, li hanno fotografati ed hanno inoltrato i loro
rapporti
al Ministero degli Interni. Addirittura, un qualche caso è stato
segnalato dalle stazioni di controllo della nostra aeronautica
militare.
Il caso di Macerata
Testimoni: militari dell'aeronautica di Porto Potenza Picena
Di tutti gli avvistamenti del mese di dicembre, si desidera evidenziare il
caso
accaduto a Macerata, alcuni giorni
prima di quel lontano 12 dicembre 1978. Qui accadde
uno
dei fatti di presunta natura ufologica più interessanti mai registrati in
Italia e, ironia della sorte, i testimoni furono addirittura i
nostri militari dell'aeronautica. Sullo
schermo del radar elettronico in dotazione al
centro di Avvistamento dell'Aeronautica Militare di
Porto Potenza Picena, fu rilevato un
oggetto non identificato, proveniente dall'Emilia (N) e diretto verso il Sud. Lo poterono seguire sullo schermo per
25 secondi, fin circa
all'altezza della Puglia. La sua velocità venne stimata in ben
9.000 km/h
direttamente dal calcolatore collegato al radar, seguendo un volo
perfettamente rettilineo su di una quota compresa fra i 3 ed i 5
chilometri. Di quando in quando, rallentava la sua corsa per poi ripartire
a velocità ancora maggiore di quella media suddetta. Essi, in base alle
loro conoscenze, non ebbero tentennamenti nel dichiarare che, certamente
non poteva trattarsi di un jet militare.
L'Ufo di Macerata:
il
fattore "velocità"
A
posteriori, ragionando sul fatto della velocità, che
non possiamo certo contestare in quanto tale dato è stato
trasmesso
direttamente dagli ufficiali alle pubbliche relazioni del suddetto
centro
radar, viene da fare un bel ragionamento.
Nel 1978 un misterioso oggetto sta sfrecciando nel cielo italiano alla
velocità folle di 9.000 km/h, con punte di accelerazione
anche molto maggiori! Si tratta certamente di un dato che fa
impressione
ma di per se stesso non ci dice ancora molto perché lo si deve
paragonare
con la velocità che potevano raggiungere gli aerei
militari che a quel tempo solcavano i cieli di tutto il mondo.
Gli
aerei più veloci in dotazione alle
forze aeree italiane erano
il Lockeed F-104 Starfighter e il
Panavia Tornado. Il primo,
più conosciuto con la sola sigla F-104,
fu progettato nel 1954 ma nonostante la vetustà ed i
moltissimi problemi avionici, poteva raggiungere la quota di 15 km e la velocità
di oltre 2.150 km/h, con un'autonomia operativa di tutto rispetto:
ben oltre 1.000 km!
Il secondo aereo militare, noto solo col nome di
Tornado,
era stato progettato nel 1974 da un consorzio di imprese
britannico, germanico ed italiano ed era un po' più potente dello
Starfighter: si spingeva (e si spinge ancora perché, nonostante gli
anni,
i governi italiani via via succedutisi hanno sempre deciso che ne
avevamo a
sufficienza di aerei da combattimento e da intercettazione e,
comunque,
quelli vecchi ed obsoleti bastavano ed avanzavano) a 19 km di
quota, ad una velocità di quasi 2.000 km all'ora
e con un'autonomia operativa di circa 1.300 km. Naturalmente, in quel
periodo, sui cieli d'Italia volavano anche altri aerei militari famosi,
con potenze maggiori rispetto ai suddetti, e tutti da combattimento.
L'aviazione
francese schierava la SERIE MIRAGE.
C'era il Mirage 5 , progettato nel 1964 dalla Dassault, che si
spingeva a quote di 21 km ad una velocità di oltre
2.100 km/h; suo fratello minore, il
Mirage III-5, progettato solo alcuni anni prima, si spingeva ad una quota di 15 km
e raggiungeva la velocità di
2.350 km/h mentre suo fratello maggiore, il
Mirage F-1, progettato nel 1969, si spingeva anch'esso a 21.000 metri di
quota ma raggiungeva una velocità di punta simile al
Mirage III-5.
L'aviazione
americana schierava la SERIE
F. C'era il modello F-111,
progettato nel 1967 dalla General Dynamics, che raggiungeva la quota di 18
km e l'incredibile velocità di oltre 2.700 km
all'ora. C'era l'F-15 Eagle, progettato dalla Mc Donnell
Douglas nel 1971, che volava all'incredibile quota di 24 km e poteva
addirittura raggiungere la velocità di 2.750 km/h. C'era
l'F-16 Fighting Falcon, progettato nel 1974 dalla General Dynamics,
che raggiungeva la quota di 18 km e la velocità di
2.200 km/h. C'era l'F-18
Hornet, progettato nel 1976 dalla Mc
Donnel Douglas, che raggiungeva la velocità di 2.000 km/h e la quota di 16 km.
L'aviazione
russa schierava gli
SU-27, progettati dalla SUKHOI, i quali operavano
a quote di circa 20 km e ad una velocità superiore
ai 2.500 km/h, e il TU-26 Backfire, progettato dalla
Tupolev nel 1971, che viaggiava a 2.200 km orari
ad una quota di 18 km.
Dunque,
come avrete ben capito, la velocità di punta
dei nostri aerei da combattimento, in quel lontano 1978,
andava dai
2.000 ai 2.750 km orari che, a questo punto del ragionamento, possiamo definire un
"valore
comprensibile" poiché possiamo confrontarlo con quello attribuito dai
militari italiani all'oggetto misurato dall'elaboratore elettronico del radar
militare di Potenza Picena.
Siamo dunque in grado di affermare
con certezza che la scienza delle
tecnologie aeronautiche a quel tempo
non poteva assolutamente
consentire ad un qualsiasi aviogetto militare, da intercettazione
o da combattimento,
di raggiungere i 9.000 chilometri all'ora: l'oggetto inquadrato
dal radar di Potenza Picena non era certamente un prodotto della nostra
tecnologia e, probabilmente, proveniva da
altrove, ovvero era probabilmente un Ufo vero e proprio, guidato
certamente da una forma di vita intelligente poiché mantenne per tutto
l'inquadramento un volo perfettamente rettilineo ed una quota stabile.
Il
"fattore Mach" degli aerei
Giunti
a questo punto però, conviene anche dare ulteriori indicazioni sulla famosissima parola "MACH",
spesso collegata alla velocità degli aerei con l'aggiunta di valori
espressi in termini aritmetici: 1 o 2 o 3 o oltre (Leggi: Mach
1, Mach 2
ecc.). Il nome deriva dal fisico austriaco Mach Ernst (1838-1916), il
quale studiò il moto dei proiettili.
Nel linguaggio aeronautico, la
sigla MACH
è un valore che esprime il rapporto fra la velocità
(V) di un
solido (aereo) e la velocità (Vs)
del
suono in uno stesso fluido (aria). Per definirlo, si assume come
unità di misura la "velocità del suono nelle stesse condizioni
atmosferiche".
Si comprende quindi immediatamente che
la
velocità espressa in MACH non potrà mai essere un valore assoluto,
poiché la velocità stessa del suono è variabile, in quanto influenzata
da vari fattori quali: la temperatura, la pressione, l'umidità
dell'aria e, non ultima, la quota ove avviene
il moto. Per queste ragioni, la velocità di MACH 1, se considerata
al
livello del mare ha un valore di
1.220 km/h circa, che è di gran lunga superiore a
quando viene considerata, ad esempio, alla quota di circa 1 km:
1.050 km/h circa. Comunque, per concludere la riflessione, diciamo che un aereo che
stia viaggiando a MACH 1,5 supera i 1.800 km/h se viaggia a livello del
mare (o poco sopra) e i 1.700 se viaggia ad un'altezza di circa un
chilometro.
Un
secondo particolare assai interessante della velocità espressa in
MACH e quello legato all'onda d'urto
che si percepisce a terra allorquando un aviogetto raggiunge tale limite
estremo. L'aereo, durante la sua fase di avanzamento, produce una forma
geometrica dell'aria detta "a cono", dove
la punta è rappresentata
dalla parte più avanzata dell'aereo: essa, in funzione della velocità,
comprime tutta la massa d'aria circostante, determinando la
formazione
di onde sferiche di pressione (onda d'urto) che
vanno
a scaricarsi sull'esatta verticale del punto geografico ove avviene il
raggiungimento completo della velocità MACH 1. Il risultato
fisico concreto è il classico rombo di tuono, cupo e secco, che rimbalza
per diversi secondi nello spazio circostante e lascia attonite le persone
mentre, in lontananza, si ode il rumore prodotto dagli scarichi dell'aereo
che, a questo punto è ben udibile in quanto ci ha già superati da un
pezzo.
Ed ora una domandina semplice semplice: "Come
mai tutti i nostri aerei militari e sperimentali producono il classico
BANG SUPERSONICO e gli Ufo ne sono del tutto esenti?".
Vuoi vedere che le immutabili
leggi fisiche
dell'Universo valgono solo per noi terrestri e per la nostra
tecnologia mentre gli extraterrestri se ne fanno praticamente un baffo?
I
primi
avvistamenti del mese di
dicembre 1978
Testimoni:
pattuglia dei carabinieri
A
Palermo,
il lunedì mattina del giorno 11 dicembre 1978, poco prima delle 5,00 fu
avvistato un oggetto volante non identificato addirittura da una
pattuglia
di carabinieri in servizio nei pressi del Foro Italico di Palermo.
Stando alle testimonianze che rilasciarono, si seppe che l'Ufo
emetteva una luce bianca. Alcune ore dopo, lo stesso oggetto
sarebbe stato visto volare sui cieli di Bagheria, di Termini Imerese e di
Petralia.
Testimoni:
pattuglia della polizia stradale
A
Napoli i primi testimoni di un altro
avvistamento furono nuovamente i militari: qui, infatti, la stessa mattina
del giorno 11 dicembre, alle 4,55 una
pattuglia
della polizia stradale, in servizio sull'autostrada Napoli-Bari,
notò sui cieli del territorio di Grottaminarda un oggetto
luminoso, di forma circolare, che emetteva uno strano fascio di luce
diretto verso terra. Subito la pattuglia avvertì i rinforzi
che giunsero assai numerosi sul posto, attrezzati di macchine fotografiche
ed effettuarono diversi rilievi fotografici della zona e dell'oggetto.
Tutto questo fu possibile in quanto l'Ufo rimase visibile per quasi
un'ora. In seguito, tutto il materiale fotografico venne inviato al
Ministero dell'Interno e ... naturalmente, non se ne seppe più nulla.
Testimoni:
pattuglia di agenti della polizia
A
Reggio Calabria invece, alcuni giorni
prima (9 dicembre 1978), nuovamente gli
agenti di
una volante della Polizia dichiararono di aver avvistato un
vero e proprio "disco volante"
verso la periferia della città. Subito dopo l'avvistamento il motore
della loro auto si spense e non si riavviò più fino alla riparazione del
guasto.
Testimoni:
centinaia di persone
A
Catanzaro, invece, i
testimoni furono
diverse centinaia. Qui, la mattina di lunedì 11 dicembre, verso le 9,00,
tutte le persone che si trovarono in Piazza Grimaldi, nel centro della
città, videro sfrecciare nel cielo, a velocità assai sostenuta, diversi
oggetti luminosi.
Testimoni:
carabinieri del Nucleo mobile e moltissime altre
persone
In
provincia di Bari avvenne, però,
l'avvistamento certamente più curioso e quello con il maggior
numero di
testimoni poiché si ripeté pressoché uguale, nello spazio compreso
fra
le 4.15 e le 5.15, ad Andria, a Barletta,
a Biseglie e a Giovinazzo,
in un territorio compreso all'interno di un raggio di una
sessantina di
chilometri. Le descrizioni furono tutte identiche e parlarono di
una grande palla molto luminosa, di un color azzurro intenso
leggermente evanescente ai bordi, che ruotava su
se stessa ed assumeva forme sempre diverse, che andavano dalla
conchiglia al cono rovesciato. Ancora una volta, tra i testimoni,
vi
furono dei militari: i carabinieri del Nucleo mobile e quelli
della
compagnia di Andria che, per osservare meglio lo spettacolo
utilizzarono
binocoli che avevano in dotazione. Ma poiché quella sfera era
grandissima, diverse persone testimoniarono che non ve n'era
assolutamente
bisogno né del binocolo che del cannocchiale. Tra i fortunati
spettatori
di quella mattina 11 dicembre 1978 vi furono anche due giornalisti
della Gazzetta del Mezzogiorno.
Testimoni:
piloti militari
Le
cronache del tempo evidenziarono poi che, solo due mesi prima (episodio
che tratteremo in seguito), i piloti di due aerei
militari avvistarono, ad una quota di 6.000 metri, due
oggetti misteriosi che, però, non furono rilevati dai radar di
bordo. Provarono ad inseguirli dalla Puglia fino al Veneto e, pur non
perdendoli mai di vista, non riuscirono ad avvicinarli più di tanto.
Gli
avvistamenti di metà mese
La
cronaca del Resto del Carlino (e di tutti gli altri giornali di
quei giorni) era piena zeppa di segnalazioni che giungevano da ogni parte
d'Italia e, fortunatamente, anche dalla nostra amata Ferrara con un caso,
che tratteremo anche in separata sede, assai particolare ed interessante
perché vide coinvolte centinaia di persone. La
Cronaca di lunedì 18 dicembre 1978 titolò a caratteri cubitali:
"Anche per gli Ufo era domenica: ieri erano tutti in giro".
Testimoni:
diverse persone
A Roma
diverse notizie di agenzia informarono che vi erano stati
misteriosi
avvistamenti da ogni parte d'Italia, quasi tutti registrati fra le 5 e le 8
di domenica 17 dicembre.
Testimoni:
pattuglia di carabinieri e tante altre persone
Sulla spiaggia di Taormina
venne poi ritrovato anche uno strano oggetto
cilindrico, lungo poco più di un metro, con alcune antenne e con
caratteri cirillici impressi sulla lamiera. Subito si sospettò essere un
satellite e, mentre si fecero i necessari controlli, fu guardato a vista,
per tutto il tempo, dai carabinieri mentre diversi tecnici dei vigili del
fuoco lo esaminarono per eseguirne il recupero materiale ed altri militari
della direzione di artiglieria tentarono di metterlo in sicurezza. Alla fine
si disse che proveniva dall'Unione Sovietica e doveva essere o una boa
sonora o una radiosonda. Di sicuro, non se ne seppe più nulla e,
naturalmente, la vecchia URSS non ammise un bel nulla.
Testimoni:
alcune persone
A
Bologna, sempre la stessa mattina del 17 dicembre fu visto da alcune
persone un Ufo che, in seguito, venne segnalato anche su Ferrara. Fu
descritto come un oggetto luminoso a forma di cupola,
che volava da Est a Nord a velocità assai ridotta.
L'avvistamento sul bolognese, della durata complessiva di una decina di
minuti, iniziò alle 7,40.
Testimoni:
una famiglia
Quando
fu sopra Ferrara (Questo caso viene
ripreso nel prosieguo dell'articolo ed integrato con le testimonianze
successive) venne notato da tutta la famiglia del signor C.P.
verso le 8 di mattina, a Codrea, in via Ca'
Bruciata. Egli ritenne di avvisare immediatamente il 113 di quanto apparve
ai suoi occhi. Solo mezz'ora prima, egli e tutta la sua famiglia erano
rimasti per alcuni minuti con lo sguardo rivolto verso l'orizzonte,
incollato su quel pallino scuro, avvolto da una luce abbagliante, che non
assomigliava per nulla ad un aereo di alcun tipo. Egli così ebbe a
dichiarare: "Era una specie di palla
fosforescente, che ha lasciato sulla sua traiettoria una scia di colore
strano. Il cielo era limpido per cui abbiamo potuto seguire l'oggetto
per un lungo tratto" .
Testimoni:
diverse persone
Già
nell'estate del 1977 Ferrara
fu al centro delle cronache nazionali perché, non solo apparve
un Ufo ma, addirittura, diversi testimoni di
Comacchio ebbero la
netta sensazione che esso fosse colà atterrato, su di un campo di cipolle. Furono subito avvisati i militari
dell'arma dei carabinieri i quali verificarono che, effettivamente, in quel
campo qualcosa era accaduto poiché ancora permanevano evidenti segni di
bruciature.
Testimoni:
un tecnico di ricerche petrolifere
A
Cremona, verso le 6 del 17 dicembre, in località Spino D'Adda, a
soli 20 km da Milano, il cinquantenne N.L., tecnico di ricerche petrolifere
abitante nel quartiere "La Mandra", avrebbe notato un Ufo e
ritenne di avvisare immediatamente i Carabinieri. Mentre si recava nella
stanza da bagno, scorse in cielo un globo luminoso
che, tenendo una direzione da Sud verso Ovest, emetteva una luce abbagliante
attraverso due potenti fari luminosi rivolti verso l'alto ed uno arancione
rivolto verso il basso; la sua grandezza venne stimata, così come appariva
in cielo, davvero enorme: circa 40 cm! Questo
valore è davvero interessante se rapportato al fatto che l'occhio
umano vede grande circa come un centimetro la parete di una casa della
grandezza di 100 m 2 (10x10), posta a soli 2,5 km di
distanza.
Testimoni:
un industriale cinquantenne
A
Pisa venne notata una palla luminosa che si spostava a forte
velocità da Nord a Sud-est; essa fu notata verso le 8 di mattina, del 17
dicembre, dal signor B.M., un industriale cinquantenne di Ponsacco.
L'avvistamento esatto avvenne sulla perpendicolare delle colline
della Terricciola, a soli 20 km da Pisa.
Testimoni:
alcuni carabinieri e numerose altre persone
A
Foggia, dalle 3 alle 5 della mattina del 17 dicembre, numerose
persone, tra le quali anche alcuni carabinieri, notarono
lo stesso oggetto
luminoso appena descritto, mentre sorvolava la località di Bovino, nel
sub-Appennino dauno.
Testimoni:
molti dipendenti ospedalieri
A
Bitonto, a soli 15 km da Bari, poco dopo la mezzanotte del 17, un
infermiere dell'Ospedale Civile, uscito un attimo, notò un
punto
luminoso in avvicinamento e subito corse dentro ad avvisare i
colleghi ed i medici in servizio in quel momento. Tutti uscirono
immediatamente e videro un Ufo luminoso che emetteva ad intermittenza una
luce gialla.
Testimoni:
oltre duecento persone
A
Vibo Valenzia, vicino a Catanzaro, all'alba del 18 dicembre, verso
5,30, oltre 200 persone che avevano appena assistito ad una funzione
religiosa nella chiesa del Rosario, videro in cielo un
corpo
luminoso che, dopo aver sostato in aria per alcuni minuti,
scomparve a grande velocità. Presentava una forma circolare ed emetteva una
forte luce di intensità variabile.
L'incredibile avvistamento di Ferrara
Testimoni:
centinaia di persone
A
Ferrara accadde senza dubbio il caso ufologico più interessante
dell'anno poiché venne avvistato un incredibile Ufo da centinaia di persone
di paesi diversi e qualcuno riuscì a fotografarlo (non siamo, però, ancora
in possesso delle foto). Domenica mattina 17 dicembre 1978, verso le ore 8,
tutta la famiglia del signor
Corrado Piazzi, abitante a Codrea, in via Ca' Bruciata,
fu testimone di un avvenimento sconvolgente tanto che il capofamiglia ritenne di avvisare immediatamente il 113 di quanto
era apparso ai loro occhi. Solo mezz'ora prima, erano
rimasti per alcuni minuti lo sguardo rivolto verso l'orizzonte,
incollato su quel pallino scuro, avvolto da una luce abbagliante, che non
assomigliava per nulla ad un aereo di alcun tipo. "egli così ebbe a
dichiarare:"Era una specie di palla
fosforescente, che ha lasciato sulla sua
traiettoria una scia di colore strano. Il cielo era limpido per cui abbiamo
potuto seguire l'oggetto per un lungo tratto".
Il
Resto del Carlino pubblicò immediatamente la notizia nell'edizione di
lunedì 18 dicembre e così, tutte le altre persone che furono testimoni
diretti, in altre zone del ferrarese, da Guarda ad Alberone, da Ro a
Saletta e Copparo, telefonarono alla redazione del quotidiano,
confermarono l'avvistamento e raccontarono di come loro avevano vissuto
quell'incredibile mattina. Tutti
furono concordi nell'indicare l'orario indicativo dell'accaduto (le prime
ore del mattino) e la forma dell'oggetto: una palla di un vivo colore
che andava dal bianco al rossastro, e che lasciò in coda una
lunga scia luminosa al
momento della partenza.
I
primi a notarla furono il signor A.F., che
riuscì anche a fotografarla, la moglie, la figlia ed altre persone: essi
osservarono la palla per lunghi minuti mentre proveniva dal bolognese; vista
da lontano, diede l'impressione di avere un aspetto allungato ma
avvicinandosi all'abitato di Cona
assunse una forma più tondeggiante, quasi di una tazza rovesciata. Secondo
questo testimone, quell'oggetto volante emetteva una
luce di colore bianco-arancione e lasciò dietro di sé una scia
biancastra. Dopo aver sorvolato l'abitato di Cona, si diresse verso
il copparese. Ma lo vide anche D.C., un ex
maresciallo dell'arma dei carabinieri, già comandante della
stazione di Baura. Egli era a caccia in quel momento, all'interno di un
fondo poso distante da Focomorto.
Tuttavia, in un primo momento non si accorse di nulla fino a quando i cani
non iniziarono a comportarsi in maniera strana. Credendo che vi fosse un
animale predatore, iniziò a scrutare meglio tra gli alberi e nei fossi ma
non notò nessuna preda. Così, forse per far calare la tensione, gettò lo
sguardo al cielo e si accorse subito della palla luminosa ferma
lassù. L'Ufo rimase assolutamente immobile dalle
6.45 alle 7.45 e continuò, nel frattempo, ad emettere una viva luce
bianco rossastra. Assunse quindi una forma allungata e schiacciata, a
mo' di sigaro e partì a tutta velocità. Verso le 8 venne, appunto, visto a
Codrea dal suddetto signor C.P. e da tutta la sua famiglia. Il giornalista
estensore dell'articolo, si preoccupò di eseguire controlli tecnici presso
l'Aeronautica militare per appurare se a quell'ora e a quella quota non
fossero stati programmati piani di volo, civili o militari. La risposta che
ottenne fu completamente negativa. Sarebbe però assai interessante aver
saputo se sul radar militare di Poggio Renatico, perfettamente funzionante
all'epoca, fosse
apparso qualcosa di strano.
Gli
avvistamenti di fine mese
Testimoni:
migliaia di persone
Il
20 dicembre 1978, a
Viserba di Rimini, a
Bellaria e a
Cesenatico,
verso sera, accadde un fatto unico in Italia: a sole due miglia dalla
costa migliaia di persone videro un enorme ed
accecante oggetto luminoso che si stava spostando lentamente verso
Nord, in direzione di Cesenatico dove, scomparve del tutto dopo essere rimasto
visibile per sei ore: un record assoluto per l'Italia e, forse, per il
mondo intero.
Il comandante della Capitaneria di
Porto di Rimini disse che
la sera dell'avvistamento, anche per le condizioni del mare, nessun
peschereccio era uscito dai porti della zona e nemmeno imbarcazioni della
Marina Militare Italiana o della Guardia di Finanza.
L'ing. Gulli, dipendente dell'Agip Mineraria
(davanti alle spiagge vi erano tante piattaforme che cercavano depositi
metaniferi ed estraevano il metano da quelli già individuati), dopo
essersi messo in contatto con le persone che a quel tempo vivevano sul
quelle piattaforme in mezzo al mare (vi erano 40 persone sulla piattaforma
"Antonello" e 4 sulla "Cervia"), assicurò l'opinione
pubblica, attraverso la carta stampata, che nessuno vide niente, anche
perché le piattaforme, dato il particolare momento dell'anno, erano quasi
sempre avvolte dalla nebbia; egli assicurò altresì che nessuno aveva compiuto
esperimenti particolari e nemmeno si erano eseguite prove particolari di
produzione.
Alla base militare NATO di Rimini Miramare, dove io ebbi
l'onore di prestare servizio militare per diversi mesi nell'anno 1974, le
autorità militari esclusero di aver avuto segnalazioni o procurati
allarmi.
Il
fotografo Elio Faccin di Bellaria si recò
però sul luogo del lunghissimo avvistamento e si portò dietro due
macchine professionali: la Olympus elettronica, con obiettivo da 400 mm
purtroppo, nonostante fosse nuovissima ebbe un blocco immediato
dell'otturatore, invece la poderosa Leika
fece un ottimo lavoro ed immortalò per sempre quell'enorme massa
luminosa. Le sue incredibili fotografie sono visibili nell'opuscolo
"UFO incontri ravvicinati", allegato al n° 2 della rivista
mensile "I Misteri", aprile 1995, Ed. Cioè, Roma.
Anche
il signor Roberto Mantovani, allora studente
ventiquattrenne al DAMS di Bologna e Sandro Manaresi,
albergatore di Bellaria, fecero un ottimo lavoro; verso mezzanotte
giunsero sul posto con un potente telescopio da 80
ingrandimenti e raccontarono che si vedeva una « ... serie di luci
verdastre, collocate intorno ad una specie di torretta, alla sinistra
della quale c'era una scia luminosa, mentre quasi alla base della suddetta
torretta sembrava di scorgere una specie di porta o un'apertura. Andava
pianissimo».
Girolamo
Vasini, altro testimone di vista, contò 12 luci ed una
tredicesima, in mezzo, assai più grande delle altre. Egli poté fare
agevolmente queste osservazioni perché, a suo dire, quella
massa luminose
se ne stette ferma per circa un'ora. Alla fine, giunsero anche i
carabinieri i quali dichiararono di aver visto solo una grande luce e per questo
ritennero di avvisare la capitaneria di porto. Uno di loro disse che la
cosa non li riguardava perché quei fenomeni erano all'ordine del giorno.
Tutta
questa serie di incredibili avvenimenti accaduti in Italia indussero
l'allora Presidente della Commissione Difesa della Camera,
On. Falco Accame, socialista, a presentare tanto di
interpellanza al ministro Ruffini, cosicché egli potesse esporre a
tutti gli onorevoli parlamentari le risultanze degli accertamenti
effettuati fino ad allora in materia di oggetti volanti non identificati. Naturalmente,
come in tutte le più belle storie, quell'anno si
chiuse col botto e, manco a farlo apposta proprio in
provincia
di Ferrara: il 30 dicembre, verso le 7 di mattina,
tra Codigoro
e Mezzogoro, numerose persone videro fermo in cielo, al di sopra
delle nuvole, un UFO di forma
lenticolare,
che emanava una luce pulsante ed emetteva
strisce luminose. Dopo aver
deliziato per circa tre quarti d'ora un
foltissimo pubblico scomparve repentinamente.
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